Guardia giurata: in divisa o in borghese?

Il lavoro della guardia giurata non si distacca molto da quello delle forze dell’ordine pubblico. Molto spesso i professionisti della sicurezza che si dedicano alla carriera di guardia particolare giurata, hanno un passato nelle forze di polizia: Polizia di Stato, Carabinieri, Guardia di Finanza, etc. Tutti questi uomini concentrano il loro lavoro sulla difesa del territorio, sulla prevenzione del crimine, sull’individuazione di reati. Le guardie difendono i cittadini dal pericolo e assicurano i malviventi alla giustizia. E tutti hanno una divisa ufficiale. Per garantire la sicurezza esistono numerose tecniche di intervento, piccoli segreti, addestramenti di autodifesa speciali, esistono le armi che fungono da deterrente. E poi esiste la possibilità di presidiare un’area e controllarla senza dare nell’occhio con una divisa che potrebbe avvantaggiare le persone malintenzionate: agire in borghese invece che in divisa.

Nei servizi straordinari di controllo del territorio gli agenti in borghese svolgono delle funzioni fondamentali. L’assenza della divisa, da una parte aumenta il rischio dell’agente, ma dall’altra lo mette in una posizione di vantaggio sui criminali. L’abito borghese è usato abitualmente nelle forze di polizia: in genere da nucleo operativo, reparto operativo, nucleo investigativo, e nucleo informativo. E chiaramente sempre accompagnato da placca di riconoscimento. E se l’idea di un agente in borghese riporta alla mente numerose storie da film di indomiti poliziotti infiltrati che fanno molto più che cambiare abito – si pensi a The Departed o a Donnie Brasco – in realtà la vita quotidiana di chi si camuffa tra la folla per difendere e indagare, per proteggere ed intervenire prontamente, non si allontana così tanto da quella degli attori di un film. Qui, però, siamo nella vita reale.

Essere in borghese o in divisa, cosa cambia

C’è qualche tratto distintivo che permetta a chiunque di riconoscere un poliziotto in borghese?
Agente: Diciamo che per un cittadino “normale” non è facile riconoscere un poliziotto in borghese, anzi direi che proprio non lo possa riconoscere, a meno che questo non sia costretto a identificarsi.

(tratto da una reale intervista su VICE ad un agente di polizia )

Gli abiti civili hanno una funzione prevedibile e allo stesso tempo di importanza strategica fondamentale: confondersi tra la gente. Il concetto di confondersi con le persone comuni, mimetizzarsi con l’ambiente è alla base dell’addestramento militare. Il poliziotto in borghese si mischia con i cittadini e con le persone che normalmente frequentano un luogo. Lo stesso vale per le guardie particolari giurate e le agenzie di sicurezza in generale. I professionisti della sicurezza infatti hanno la facoltà di vestire abiti civili nel caso in cui la situazione lo richiedesse. Oppure quando è strategicamente una scelta migliore.

I controlli in borghese sono perfetti ad esempio in situazioni di eventi affollati o per la vigilanza antitaccheggio.  Per garantire una sorveglianza efficace anche su ampie superfici come supermercati o centri commerciali e senza dare nell’occhio, a volte non lavorare in divisa aiuta parecchio. Il vantaggio principale è avere la possibilità di cogliere con le mani nel sacco  eventuali malintenzionati. La scelta di impostare una squadra di guardie giurate in divisa o di far pattugliare degli uomini in borghese è puramente strategica. E dipende dal luogo da presidiare, dalle dimensioni dell’area da coprire, dall’evento che si vuole rendere sicuro.

Cosa vuol dire ‘essere in borghese’?

Svolgere le proprie mansioni con abiti civili e non riconducibili al proprio mestiere. Questo è ciò che tutti conosciamo rispetto al concetto di essere in borghese. Agire in incognito.

Ma da dove proviene questo modo di dire?

Gli abitanti dei i villaggi fortificati in uso ai tempi del Medioevo erano chiamati per l’appunto ‘borghesi’ (che stavano nei borghi). Fondamentalmente manovali, artigiani e bottegai, cioè coloro che non erano nobili. Alla fine del 700 il termine borghese costituì una vera e propria classe in Francia, una classe diversa da clero e nobiltà. Durante le assemblee degli Stati Generali il clero e la nobiltà indossavano le divise, delle uniformi praticamente. Il Terzo Stato invece non indossava nulla del genere, quindi ‘essere in borghese’ significava e significa tutt’oggi indossare semplici e comuni abiti civili.

Ovviamente nel caso della sicurezza privata o pubblica, indossare degli abiti piuttosto che altri può fare la differenza. Di conseguenza in questi casi particolare attenzione viene prestata alla selezione degli abiti che possono essere ricondotti ad una o ad un’altra estrazione sociale, mestiere, etc.

D’altra parte l’abito non fa il monaco, ma come tutti sanno la prima impressione è quella che conta!

 

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